Tecnologia
Call of Duty: Modern Warfare La guerra a misura di videogioco
di Ivan Fulco
Aeroporto internazionale Zakhaev, Mosca. Tra le mani stringo un mitragliatore pesante M240, intorno a me quattro uomini armati e muniti di giubbotto antiproiettile. "Ricordate, nessun russo", spiega il capo del commando, poi le porte dell'ascensore si aprono davanti all'imbarco. I quattro si schierano, puntano le armi e aprono il fuoco sulla folla. In pochi istanti, alcune decine di uomini e donne rimangono uccisi. Poi il commando avanza tra le sale del terminal, massacrando chiunque capiti a tiro. Cadono altre decine di civili, oltre ad alcuni agenti di polizia. Un uomo che si trascina insanguinato a terra viene finito con un colpo alla testa. In qualsiasi momento, avrei anch'io la facoltà di uccidere chi voglio, ma scelgo di non aprire il fuoco. Quello che ancora non so, è che la missione si concluderà in un modo ancora più drammatico di com'è iniziata...
Call of Duty: Modern Warfare 2, ultimo episodio della saga bellica di Infinity Ward, entrerà probabilmente nella storia dei videogiochi per questa scena. Per la prima volta, a un videogiocatore è richiesto di partecipare in prima persona a un'operazione terroristica in cui ha la "libertà" di uccidere civili inermi. Può scegliere di non farlo, è vero, ma la priorità rimane quella di interpretare il proprio ruolo nella missione. Siamo un agente americano infiltrato in una cellula nazionalista russa. Dalla nostra operazione dipende il destino del mondo libero. E così, tra buoni e cattivi, tra soldati e civili, prende forma il primo attentato terroristico virtuale a dimensione di libero arbitrio.
Nelle ultime settimane, le polemiche relative a questa missione del nuovo Modern Warfare hanno inondato stampa e televisione. Poco importa che ogni speculazione sia arrivata ancora prima dell'uscita del gioco, dopo che un video amatoriale della scena dell'aeroporto era misteriosamente filtrato su Internet. Negli Stati Uniti, il filmato è arrivato fino alla CNN, per poi essere dibattuto su Fox News. Nel Regno Unito, giornalisti del Mirror, del Guardian e della BCC si sono interrogati sull'opportunità di una simile scena. In Australia, un'associazione di garanzia ha richiesto la revisione della classificazione ufficiale, con l'obiettivo di bandirne la vendita in tutto il paese. In Russia, il gioco è stato appena ritirato dai negozi.
Eppure l'ultimo Call of Duty, saga bellica che alterna episodi adattati al presente (Modern Warfare) ad altri ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale (Call of Duty), non è solo questo. La serie ha sempre usato la narrazione come strumento per stimolare riflessioni etiche, costringendo il giocatore a frequenti scelte morali nel corso dell'azione. E il nuovo Modern Warfare non risparmia scene dal forte impatto emotivo. La lunga sequenza dell'aeroporto russo, l'incursione nelle favelas brasiliane, l'assalto agli orrori del gulag. "Abbiamo calcato la mano sulla storia: vogliamo scioccare il giocatore, traumatizzarlo" ha spiegato Vince Zampella, direttore del design di Infinity Ward.
A differenza dei precedenti episodi, tuttavia, in Modern Warfare la forma ha preso stavolta il sopravvento sul contenuto. La Seconda Guerra Mondiale dei passati Call of Duty, una guerra di ragazzi costretti a combattere contro altri ragazzi, è assai lontana. Questa è una guerra di eroi, di armi infallibili e di alte tecnologie. Forse anche troppo, per chiunque mal sopporti i canovacci in stile Tom Clancy, le celebrazioni dell'Occidente democratico, i cliché sui nemici della libertà. C'è una forte retorica bellica, in Call of Duty. Ma se in passato questa era spunto di riflessione, nel nuovo Modern Warfare è quasi irritante la filosofia spicciola da quartier generale yankee che permea ogni fase del gioco.
Anche stilisticamente, Infinity Ward ha scelto per il suo blockbuster la via della pura Hollywood, per tentare di colpire il fegato, non più l'animo. Eppure, in Modern Warfare manca un costrutto narrativo logico, un legame emotivo con i protagonisti, e quindi anche un'immersione complessiva degna di una grande opera. La missione nell'aeroporto, la più intensa dell'intero gioco, è probabilmente l'unica eccezione. Un passaggio che mette alla prova gli istinti morali, ma che è narrativamente privo di antefatti, ludicamente privo di ripercussioni, e per questo si limita, per quanto non sia poco, a generare repulsione.
Dietro tutto questo, rimane comunque un'esperienza di gioco con pochi eguali. Modern Warfare è quanto di meglio possa osare oggi il videogioco per far vivere in prima persona la guerra moderna. Tecnicamente eccellente, ludicamente ineccepibile, girato con istinto cinematografico senza concedere tregua al giocatore. Insomma, un'altra guerra virtuale ritagliata a vostra misura, gentili consumatori. Potete decidere di combatterla seduti in poltrona, con estrema soddisfazione per gli occhi e per i pollici. In ogni caso, senza correre il rischio di provare sensi di colpa. Sono questi i grandi pregi dell'intrattenimento disinnescato.
16 novembre 2009
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