venerdì, luglio 31, 2009

L'annuncio del presidente Rutelli nel tracciare il bilancio del Comitato di vigilanza
Audizione del procuratore di Caltanissetta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia

Servizi segreti, il Copasir chiede
gli atti dell'omicidio Borsellino

Invitato a Palazzo San Macuto anche il premier Berlusconi: "Non trova mai tempo per venire"


Servizi segreti, il Copasir chiede gli atti dell'omicidio Borsellino

Via D'Amelio dopo la strage

ROMA - Il Comitato parlamentare che vigila sui servizi segreti ha chiesto gli atti dell'omicidio Borsellino. Dopo l'inchiesta di Repubblicache ha svelato all'origine nel '92 della strage, "operazioni sporche" in Sicilia di agentisegreti coinvolti in una trattativa fra mafia e Stato, il Copasir vuole leggere gli atti e ascoltare il procuratore di Caltanissetta che conduce l'indagine.

La notizia è trapelata a margine della relazione annuale del Copasir illustrata a palazzo San Macuto dal presidente del comitato Francesco Rutelli: "Ho parlato con il procuratore di Caltanissetta - ha spiegato Rutelli - e ho concordato che una volta completata l'analisi della documentazione che ha nei suoi uffici, per la quale ci vorranno alcune settimane, tutte le eventuali informazioni riguardanti funzionari dei Servizi segreti, saranno oggetto di una sua informativa e di una sua audizione al Copasir".

Il primo a parlare di una presunta trattiva tra Stato e mafia, è stato un protagonista illustre di quell'estate di 17 anni fa, Nicola Mancino, oggi vice presidente del Consiglio superiore della magistratura e al tempo - dal 1992 al 1994 - ministro dell'Interno. Mancino fece capire che la "trattativa" c'è stata o, comunque, qualcuno l'avrebbe voluta. Però, l'ex ministro precisa: "Noi l'abbiamo sempre respinta. L'abbiamo respinta anche come semplice ipotesi di alleggerimento dello scontro con lo Stato portato avanti dalla mafia". L'ex ministro non va oltre, conferma il tentativo fatto da Cosa Nostra di scendere a patti - fermare le stragi in cambio dell'abolizione del carcere duro e della legge sui pentiti - ma sostiene che lo Stato non ha accettato quel ricatto.

L'ex capo di Cosa nostra Totò Riina, dal carcere di Opera, dice di non saperne niente del patto, ma il suo legale, riferendo parole del boss, aveva detto: "Riina è stato oggetto e non soggetto della trattativa". E ripetendo ancora le parole del suo cliente, l'avvocato aveva detto: "Riina dice: Non guardate sempre e solo a me, ma guardatevi dentro anche voi".

Ora che i sospetti sono diventati pubblici, il comitato parlamentare dei servizi segreti vuole metterci il naso. Ma Rutelli chiede che al Copasir venga anche Berlusconi a parlare: "Abbiamo rivolto ripetutamente l'invito al presidente del Consiglio per un'audizione - ha detto il presidente del Comitato parlamentare - ma Berlusconi non mai ha trovato il tempo di venire". Le audizioni periodiche del premier davanti al Copasir sono previste, tra l'altro, dalla legge di riforma dei servizi del 2007. "Un incontro ancora più importante - ha aggiunto Rutelli - perchè spetta al presidente del Consiglio dare le indicazioni generali sul lavoro da svolgere".

(31 luglio 2009)


giovedì, luglio 30, 2009

L'Istituto di statistica ha presentato oggi a Roma il rapporto per il 2008
Quasi 5 persone su 100 non possono avere uno standard di vita minimamente accettabile

Istat, in Italia è allarme povertà
2,9 milioni gli indigenti assoluti

Il fenomeno è maggiormente diffuso al Sud dove è cinque volte superiore al resto del Paese


Istat, in Italia è allarme povertà 2,9 milioni gli indigenti assoluti

Una mensa della Caritas a Roma

ROMA - Mezzogiorno, famiglie di quattro persone con due figli, nuclei familiari con a capo un lavoratore autonomo e persone al di sotto dei 45 anni: ecco le principali vittime della povertà assoluta secondo la fotografia scattata dall'Istat e relativa al 2008.

Il rapporto presentato oggi a Roma dall'Istituto di statistica ha cifre allarmanti: lo scorso anno in Italia 1.126.000 famiglie è risultato in condizioni di povertà assoluta, per un totale di 2.893.000 persone, pari al 4,9 per cento dell'intera popolazione. Quasi 5 italiani su 100 possono essere considerati "i poveri tra i poveri" dal momento che non possono avere uno standard di vita minimamente accettabile.

In totale sono 8 milioni e 78mila le persone povere in Italia, il 13,6 per cento dell'intera popolazione. Le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa sono stimate nel 2008 in 2 milioni e 737mila (11,3 per cento). Il fenomeno è maggiormente diffuso al sud (23,8 per cento), dove l'incidenza di povertà relativa è quasi cinque volte superiore a quella del resto del Paese.

La percentuale di famiglie relativamente povere (la soglia di povertà per un nucleo di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona che nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro), riferisce l'Istat, è comunque sostanzialmente stabile negli ultimi quattro anni e immutati sono i profili della famiglie povere. Il fenomeno è stabile rispetto al 2007 a causa del peggioramento osservato tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano un'elevata diffusione della povertà e del miglioramento della condizione delle famiglie di anziani.

L'incidenza di povertà risulta però in crescita tra le famiglie più ampie (dal 14,2% al 16,7% tra quelle di quattro persone e dal 22,4% al 25,9% tra quelle di cinque o più), soprattutto per le coppie con due figli (dal 14% al 16,2%) e ancor più tra quelle con minori (dal 15,5% al 17,8%).

In aumento la povertà nelle famiglie di monogenitori (13,9%), nei nuclei con a capo una persona in cerca di occupazione (dal 27,5% al 33,9%), tra quelle che percepiscono esclusivamente redditi da lavoro, e cioè con componenti occupati, (dal 6,7% al 9,7%) e ancor più tra le famiglie con a capo un lavoratore in proprio (dal 7,9% all'11,2%). Soltanto le famiglie con almeno un componente anziano mostrano una diminuzione dell'incidenza di povertà (dal 13,5% al 12,5%) che è ancora più marcata in presenza di due anziani o più (dal 16,9% al 14, 7%).

(30 luglio 2009)


lunedì, luglio 27, 2009

DIRETTA MONDIALI

Federica, oro e record del mondo
Sfonda il muro dei 4 minuti nei 400sl

La nuotatrice veneta vince la medaglia d'oro con una gara in progressione e batte il suo stesso primato mondiale, prima donna a scendere sotto lo storico muro. Altri 5 record mondiali: la Sjostrom, la Kukors e Biedermann, l'Olanda nella 4x100 sl femminile e per la tedesca Britta Steffen nella prima frazione della stessa gara

ROMA - Straordinaria Federica Pellegrini, vince l'oro nei 400 stile libero e frantuma il suo stesso record del mondo. E' lei la prima donna a infrangere il muro dei 4 minuti nella specialità: il suo 3'59''15 odierno è di un secondo e 26 centesimi migliore del 4'00''41 che aveva stabilito ai Giochi del Mediterraneo. Grande gara, in progressione, sempre condotta al comando, ma con una condotta più di attesa nei primi 200 metri e con una spaventosa progressione nella seconda parte. La nuotatrice veneta ottiene il suo primo oro mondiale nella specialità che in più di un occasione l'aveva respinta - il malore agli assoluti di Genova, il successivo forfait a Riccione. La medaglia d'argento è andata all'inglese Joanne Jackson in 4'00"60, il bronzo all'altra inglese Rebecca Adlington in 4'00"79. I parziali sono stati 58"66 ai 100, 1'59"42 ai 200 metri e 2'59"93 ai 300 metri per un finale di 3'59"15.

"Ne ho passate di cose oggi... Ad un certo punto pensavo di aver perso la speranza: oggi pomeriggio mi sono messa a letto e pensavo di avere la febbre ma non volevo misurarla... - ha spiegato Federica a fine gara, a testimonianza di un rapporto non ancora del tutto risolto con la vasca e con la distanza - "Nel riscaldamento l'acqua fredda è riuscita a farmela calare - dice ancora Federica Pellegrini -. Fino a dieci minuti prima è stata molto dura, questa gara è molto difficile, più mentalmente che fisicamente. Ora sono felice di avercela fatta e di aver nuotato sotto i 4 minuti".

Com'è nata questa impresa? "Solo io e Castagnetti sappiamo cosa abbiamo fatto quest'anno - risponde Federica -. Si sa che a volte è la fatica mentale che frega: ti puoi allenare tutto l'anno, ma se poi non sei al 100% di testa non vinci. Io quest'anno ho avuto dei picchi, poi però il mio carattere mi ha portato a vincere, anche se fino agli ultimi cinque metri non ci credevo".

Quello di Federica è il quarto record mondiale della prima giornata del nuoto ai mondiali romani (in ordine cronologico, poi ne arriveranno altri due dalla stessa gara, la staffetta 4x100 stile femminile). Il primo era arrivato dalla svedese Sarah Sjostrom nella seconda semifinale dei 100 farfalla donne, prima gara del calendario serale della prima giornata del programma di nuoto. 56''44 il suo tempo. Subito dopo è stato il tedesco Paul Biedermann a conquistare il primo oro del nuoto, nei 400 stile libero, limando di un centesimo il primato mondiale di Ian Thorpe, l'ultimo che ancora rimaneva al grandissimo australiano: 3'40''07 per il tedesco che dividerà il podio con il tunisino Oussama Mellouli (3'41"11) e con il cinese Lin Zhang (3'41"35). In mattinata, Biedermann aveva ottenuto il primato europeo, cancellando quello di Massimiliano Rosolino. Il napoletano, con il 16mo tempo, era stato mestamente eliminato.

Il terzo primato mondiale era arrivato dall'americana Ariana Kukors che frantuma il vecchio limite dei 200 misti, in semifinale. La Kukors nuota in 2'07''03. Eliminata Francesca Segat, che chiude con il 13mo riscontro. Alle 18.53 Federica Pellegrini affronta la finale dei 400 stile libero, dove scende in vasca con il miglior tempo ottenuto in batteria, 4'01''96, a 1'55 dal suo record mondiale, primato dei campionati.

Ma non è ancora finita. Nella staffetta 4x 100 femminile, l'Olanda stabilisce vince l'oro con il primato del mondo 3'31"72. Il precedente record, 3'33"62 era sempre della staffetta olandese. Medaglia d'argento alla Germania, bronzo alla staffetta australiana, che nuotano sotto il vecchio limite mondiale. Ma non è tutto. Nella prima frazione la tedesca Britta Steffen ha fissato il nuovo limite in 52''22, 66 centesimi meglio del vecchio record dell'australiana Lisbeth Trickett. Nella staffetta 4x100 stile libero maschile arriva il successo per gli Usa, con Phelps che per la verità non brilla: assieme al cannibale, Ryan Lochte, Mattew Grevers e Nathan Adrian. Secondo posto, a sorpresa, per i russi, solo terza la favoritissima Francia. Quarto il Brasile, poi l'Italia, con Alessandro Calvi, Christian Galenda, Marco Orsi e Filippo Magnini, facendo segnare 3'11"93.

26 luglio 2009

martedì, luglio 14, 2009

Il PAPELLO

Il figlio di don Vito a pubblici ministeri: "Pronto a darvi il 'papello' di Riina". Ovvero le richieste dei boss alle istituzioni
Ciancimino jr, l'ultimo segreto"Patto mafia-Stato, ecco la prova"

di ATTILIO BOLZONI e FRANCESCO VIVIANO

La strage di via D'Amelio
PALERMO - Lo cercano da quando venne ucciso Paolo Borsellino, diciassette anni fa. Un foglio di carta, uno solo. Con la scrittura incerta di Totò Riina e, in fondo, la sua firma. È il famoso "papello", le richieste dei Corleonesi allo Stato per fermare le stragi in Sicilia e in Italia. "Ve lo consegno io nelle prossime ore", ha giurato qualche giorno fa Massimo Ciancimino, testimone eccellente ormai sotto scorta come un pentito. È forse l'epilogo della più intricata vicenda siciliana di questi ultimi anni: la trattativa fra Stato e Mafia. Se il più piccolo dei cinque figli di quello che fu il sindaco mafioso di Palermo manterrà la sua promessa, fra qualche giorno - proprio alla vigilia dell'anniversario della morte di Borsellino, il 19 luglio - il famigerato documento del patto fra boss e misteriosi apparati di sicurezza finirà nelle mani dei magistrati di Palermo e poi quelli di Caltanissetta e Firenze, tutte le procure che indagano direttamente o indirettamente sugli attentati mafiosi fra il 1992 e il 1993. "Questa volta ve lo porterò davvero, questa volta non faccio bluff", ha assicurato Ciancimino junior nel suo ultimo interrogatorio dopo un tira e molla durato un anno. La sua "collaborazione" è cominciata nel giugno del 2008. In decine di verbali ha raccontato la sua verità su incontri fra mafiosi e uomini dei servizi segreti, ha parlato dei fatti accaduti fra la strage di Capaci e le bombe dei Georgofili, ha ricordato i faccia a faccia fra suo padre e l'allora vicecomandante dei Ros Mario Mori, ha svelato alcuni segreti che don Vito si era portato nella tomba. Come certi appuntamenti che l'ex sindaco agli arresti domiciliari aveva - sia a Palermo che a Roma - con "l'ingegnere Lo Verde", cioè Bernardo Provenzano. Ma fino ad ora "Massimuccio" non aveva mai voluto dire nulla sul "papello". Alle insistenze dei procuratori, la sua risposta è sempre stata una sola: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". All'improvviso, la settimana scorsa e dopo un ultimatum della procura di Palermo, Massimo Ciancimino però ha ceduto: "Garantito: adesso il papello ve lo do".
Nessuno sa dove sia stato custodito in tutti questi anni, molti pensavano e ancora pensano in una cassetta di sicurezza di una banca da qualche parte in Europa. Un sospetto, un mese fa, aveva portato gli investigatori in Francia. Una mossa di Massimo Ciancimino e una contromossa degli inquirenti. Ma non quelli di Palermo, gli altri di Caltanissetta. Tutti erano e sono ancora a caccia del "papello". Massimo Ciancimino, a giugno - appena gli hanno revocato il divieto di espatrio - ha lasciato Bologna dove vive da qualche mese e con la sua auto ha raggiunto Parigi insieme alla moglie Carlotta. È stato pedinato. Al ritorno da Parigi, fermato al posto di frontiera e invitato a entrare in un ufficio di polizia, ha trovato un paio di magistrati della procura della repubblica di Caltanissetta e alcuni ufficiali di polizia giudiziaria. Erano sicuri di trovarlo con il "papello" addosso. Perquisito lui e perquisita anche la moglie, ma il "papello" non l'hanno trovato. Interrogato al posto di frontiera, Ciancimino junior ha spiegato: "Mi ero accorto che mi seguivate, voi non vi fidate di me e io non mi fido di voi e non ho portato con me quel documento che non è a Parigi...". Messo alle strette dai procuratori di Palermo subito dopo ha promesso di far avere quel foglio di carta, quell'atto con il quale Totò Riina e i suoi Corleonesi chiedevano ad alcuni emissari dei servizi segreti di "trattare" con loro. Fine della violenza e delle stragi in cambio dell'abolizione del carcere duro, basta bombe in cambio di una sorta di salvezza per i familiari dei boss, armistizio con lo Stato in cambio di un colpo di spugna della legge sui pentiti e sui patrimoni aggrediti dalla legge Rognoni la Torre. Ma quanto è attendibile nei suoi racconti il rampollo di don Vito? Quanto i magistrati possono credere alle sue parole? "Come qualsiasi imputato di reato connesso, le sue dichiarazioni possono essere attendibili solo se supportate da riscontri obbiettivi ed esterni", risponde il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, che con il sostituto Nino Di Matteo indaga sui misteri palermitani dei Ciancimino. Aggiunge Ingroia: "Alcuni elementi di riscontro alle sue dichiarazioni li abbiamo già avuti, però abbiamo bisogno ancora di qualcosa per avere un quadro completo". Sarà il "papello" a certificare una volta per tutte l'attendibilità del figlio di don Vito. Tutto un impasto, fra i più pericolosi mafiosi latitanti e alti funzionari degli apparati. Tutto un impasto che ora fa molta paura al giovane figlio di don Vito, condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi per avere riciclato il "tesoro" di suo padre. Dal novembre scorso è stato costretto a lasciare la sua casa di Palermo e vivere 24 ore su 24 con auto blindata e "tutela". Dopo un paio di episodi inquietanti accaduti in Sicilia, Massimo Ciancimino è stato contattato da falsi carabinieri e poi ha ricevuto una lettera di minacce. Dentro la busta tre proiettili. Uno era destinato a lui, il secondo al procuratore Ingroia, il terzo al sostituto Di Matteo. Tutti i verbali di Ciancimino junior sono finiti alla procura di Caltanissetta che è titolare delle indagini sulla strage di via Mariano D'Amelio. Gli stessi procuratori di Caltanissetta l'hanno interrogato più volte. C'è un'ipotesi investigativa: il procuratore Paolo Borsellino, subito dopo la morte del suo amico Giovanni Falcone, avrebbe scoperto la vicenda del "papello" e quella trattativa fra Stato e Mafia. L'avrebbero ucciso perché qualcuno lo considerava un ostacolo al patto con la mafia.
(14 luglio 2009)

lunedì, luglio 13, 2009

Oms: pandemia inarrestabile


La pandemia di influenza A è "inarrestabile", tutti i Paesi hanno bisogno del vaccino contro il nuovo virus. Lo ha dichiarato Marie-Paule Kieny, direttrice del programma di ricerca sui vaccini dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha anche annunciato l'arrivo del vaccino a settembre
Gli operatori sanitari saranno i primi a ricevere il vaccino

Roma, 13-07-2009
La pandemia di influenza A è "inarrestabile", per questo tutti i Paesi hanno bisogno del vaccino contro questo nuovo virus. Lo ha dichiarato Marie-Paule Kieny, direttrice del programma di ricerca sui vaccini dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.Kieny ha segnalato che questa è la prima conclusione raggiunta congiuntamente dal comitato di esperti di vaccini dell'Oms e da un nuovo comitato di specialisti dell'influenza, creato dopo la notizia della comparsa dei primi focolai.
Gli esperti hanno anche deciso che gli operatori sanitari dovranno essere tra i primi a ricevere il vaccino contro il virus H1N1 una volta che questo sarà disponibile.
Vaccino pronto da settembre"Tutti i produttori stanno lavorando per garantire la disponibilità del vaccino" anti-pandemia, "che sarà disponibile tra settembre e ottobre", in vista della nuova stagione influenzale.
Lo ha precisato ancora Marie-Paule Kieny, direttore dell'Initiative for Vaccine Research dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel corso di una teleconferenza da Ginevra. L'approccio, inoltre, dovrebbe essere fatto in tre somministrazioni per garantire un effetto scudo contro l'influenza stagionale e il virus H1N1.
Polemica sui consigli agli studenti del ministero della Salute"Un orgasmo al giorno toglie il medico di torno"

"Fate sesso, siamo inglesi"la guida-shock divide Londra
Ma aumentano le gravidanze indesiderate


dal corrispondente del quotidiano "La Repubblica" ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Da quando l'educazione sessuale è entrata a pieno titolo nelle scuole, parlare di sesso, per adolescenti e minorenni, non è più un tabù, nemmeno in presenza degli adulti. Ma l'impegno di insegnanti ed educatori, finora, era su come evitare gravidanze indesiderate e malattie veneree. Adesso il National Health Service britannico lancia un nuovo approccio al tema: sesso è bello, sesso è piacere, sesso fa bene alla salute. Una campagna identificata da uno slogan che fa discutere: "Un orgasmo al giorno toglie il medico di torno". Dice proprio così l'opuscolo distribuito dal Nhs, il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito. Con un titolo di sapore dannunziano, Pleasure (Il piacere), il libretto è stato distribuito nei giorni scorsi nella regione di Sheffield a genitori, insegnanti, assistenti sociali che lavorano con i minori, e verrà fatto poi circolare anche nel resto del paese. A meno che le proteste che ha suscitato non inducano il ministero della Sanità a ripensarci. Scopo dell'iniziativa, spiega il Sunday Times che ha messo ieri la notizia in prima pagina, è comunicare agli studenti che essi hanno "diritto" ad una piacevole vita sessuale e che fare sesso regolarmente può fare bene alla salute, in particolare dal punto di vista cardiovascolare. L'intenzione è aggiornare l'educazione sessuale, materia che non esisteva quando le generazioni precedenti andavano a scuola ma che ormai ha preso piede, in Gran Bretagna come nella maggior parte dei paesi occidentali, dove si tengono corsi e si studiano manuali illustrati fin dalle elementari. Il problema è che per troppo tempo, affermano gli autori dell'opuscolo, gli esperti si sono concentrati sulla necessità del "sesso sicuro": necessità che il Servizio Sanitario si guarda bene dal negare, ma che finisce per ignorare la ragione principale per cui la gente fa sesso, "ovvero per ricavarne piacere".
Ecco così, accanto allo slogan volutamente provocatorio, "un orgasmo al giorno toglie il medico di torno", il nuovo approccio suggerito dal ministero della Sanità britannico: "Gli esperti di salute consigliano di mangiare cinque porzioni di frutta o verdura al giorno e di fare almeno 30 minuti di attività fisica tre volte alla settimana. Ma che ne direbbero di suggerire anche di fare sesso o masturbarsi due volte alla settimana? Fa bene anche quello". E' salutare per l'apparato cardiocircolatorio, scatena reazioni positive nell'organismo, rilassa e mette di buon umore, insomma è piacevole e in più fa bene alla salute. Senonché la Gran Bretagna è il paese con il più alto numero di gravidanze minorili indesiderate, dato che perpetua un ciclo di miseria ed emarginazione tra i meno abbienti: perciò tra insegnanti ed educatori c'è il timore che la nuova campagna sia interpretata come un semaforo verde a fare sesso quando si vuole, come si vuole, a qualsiasi età. "E' un approccio pericoloso e deplorevole", commenta Anthony Seldon, preside di una scuola media superiore nel Berkshire. Obietta Steve Slack, direttore del Centro per la Cura dell'Aids e per la Salute Sessuale di Sheffield, uno degli autori dell'opuscolo: "Non è vero che una campagna di questo genere contribuisce a incoraggiare la promiscuità sessuale trai minorenni. L'importante è dare loro una piena informazione su rischi e benefici dell'attività sessuale, e vigilare affinché il sesso sia il risultato di una relazione autentica. Se così è, gli adolescenti hanno altrettanto diritto di fare sesso di quanto ne ha un adulto". Già, perché l'opuscolo suggerisce implicitamente che il suo slogan, "un orgasmo al giorno toglie il medico di torno", non vale solo per i teen-ager, ma anche per chi ha passato da un pezzo la maggiore età.
(13 luglio 2009)

sabato, luglio 04, 2009

VELA
Soldini, due marinai ed una barca"Sfido l'oceano con Karine"
Domani il via alla Sables-Horta, verso le Azzorre e ritorno, i due grandi skipper insieme. "Io e la Fauconnier, tra rivalità ed ecologia. Una donna a bordo, che fortuna
"

di SIMONA CASALINI

Il "Telecom Italia"
La nuova sfida di Soldini

Di lei, lui qualche anno fa aveva detto: "E' una gran brutta avversaria" scrutando marpione la carinissima skipper francese con gli occhi verdi a mandorla. E lei di lui, inviandogli un sorriso da sballo: "E' un po' di sole italiano in mezzo a tanta gente grigia". Si imbarcano per la seconda volta insieme Giovanni Soldini, il marinaio d'Italia, e Karine Fauconnier, la capitana più hip hop della vela francese, per cercare di abbordare l'ennesimo record oceanico dall'Europa al grande blu, Sables d'Olonne-Horta alle Azzorre e ritorno, dopo aver strapazzato tutto il resto della flottiglia, poche settimane fa, nella più corta ma ugualmente infida traversata della Manica. Domani pomeriggio il via dal porto atlantico che è un po' la casa dei più leggendari navigatori di tutti i tempi. Soldini, alla regata c'è un solo nome italiano e quasi nessuno della sua generazione. In oceano a tutti i costi, anche a 44 anni? "Ma no, dai. C'è chi ha dieci anni più di me. Bruno Jourdain, Jacques Caresse. Mi sento sempre più "pischello"". Una donna a bordo: in marina certe superstizioni macho restano. "Karine è fortissima, ha regatato in tutti gli oceani fin da ragazzina. Andremo come spade. L'unica cosa, quelle mollette per i capelli...". Le mollette? In oceano? "Buffo. Durante la traversata della Manica capitava spesso che ci scambiassimo la cerata. Quando infilavo le mani in tasca pescavo sempre mollette, pettinini, fermagli". Il suo monoscafo, il 40 piedi Telecom Italia, ha una sorta di record per superfici di pannelli solari.
"Siamo riusciti a realizzare un impianto fotovoltaico da 800 watts che pesa niente. Abbiamo a bordo solo lampadine a led e non mi devo portare dietro quasi per niente gasolio per ricaricare le batterie: siamo in grado di percorrere due, tre mila miglia senza usare nulla che inquini". Anche i francesi la hanno copiata. "Sono anni che cerco di capire come poter realizzare pannelli leggerissimi, che non diano fastidio. Con l'università di Salerno e i ricercatori del Cnr di Parma in sei mesi abbiamo anche ottimizzato il problema delle ombre, che frenano la ricarica. Funzionano alla grande e li ha voluti installare a bordo praticamente la metà dei concorrenti dell'ultima Vendée Globe, il giro del mondo da soli senza scalo". Domenica riparti verso un altro luogo leggendario del mare libero, l'isola di Horta, il porto Pym delle Azzorre, quello delle donne, delle balene, dei dipinti sul molo di navigatori-mito come Moitessier. "Sì, ma c'ero già stato altre volte. A 17 anni invece di stare al liceo a Milano stavo in barca a fare un trasferimento dai Caraibi. Quando dal porto videro una barca a vela in arrivo ci fecero tutti una gran festa. In casa però non erano molto contenti". Poi ad agosto toccherà al Fastnet. "Sì, partecipo per la prima volta. Ma il famoso scoglio del Fastnet me lo sono girato anche io, nel 2000, sul trimarano di ritorno da Québec. A bordo avrò di nuovo tutti uomini". I trimarani sono tornati in auge, correranno in questa strana Coppa America a due. Le è arrivata qualche telefonata? "Finora no, ma del resto ci sono solo due team, Cammas è con Bmw Oracle, Alinghi si è preso Gautier e il suo trimarano per gli allenamenti. Secondo me sarà sicuramente divertente, con barche che viaggiano e che fanno dei numeri da pazzi". La prossima prua? "L'unica cosa che mi manca è il Pacifico all'Equatore, insomma Tahiti e giù di lì. Forse mi sono perso il meglio".
4 luglio 2009