sabato, luglio 04, 2009

VELA
Soldini, due marinai ed una barca"Sfido l'oceano con Karine"
Domani il via alla Sables-Horta, verso le Azzorre e ritorno, i due grandi skipper insieme. "Io e la Fauconnier, tra rivalità ed ecologia. Una donna a bordo, che fortuna
"

di SIMONA CASALINI

Il "Telecom Italia"
La nuova sfida di Soldini

Di lei, lui qualche anno fa aveva detto: "E' una gran brutta avversaria" scrutando marpione la carinissima skipper francese con gli occhi verdi a mandorla. E lei di lui, inviandogli un sorriso da sballo: "E' un po' di sole italiano in mezzo a tanta gente grigia". Si imbarcano per la seconda volta insieme Giovanni Soldini, il marinaio d'Italia, e Karine Fauconnier, la capitana più hip hop della vela francese, per cercare di abbordare l'ennesimo record oceanico dall'Europa al grande blu, Sables d'Olonne-Horta alle Azzorre e ritorno, dopo aver strapazzato tutto il resto della flottiglia, poche settimane fa, nella più corta ma ugualmente infida traversata della Manica. Domani pomeriggio il via dal porto atlantico che è un po' la casa dei più leggendari navigatori di tutti i tempi. Soldini, alla regata c'è un solo nome italiano e quasi nessuno della sua generazione. In oceano a tutti i costi, anche a 44 anni? "Ma no, dai. C'è chi ha dieci anni più di me. Bruno Jourdain, Jacques Caresse. Mi sento sempre più "pischello"". Una donna a bordo: in marina certe superstizioni macho restano. "Karine è fortissima, ha regatato in tutti gli oceani fin da ragazzina. Andremo come spade. L'unica cosa, quelle mollette per i capelli...". Le mollette? In oceano? "Buffo. Durante la traversata della Manica capitava spesso che ci scambiassimo la cerata. Quando infilavo le mani in tasca pescavo sempre mollette, pettinini, fermagli". Il suo monoscafo, il 40 piedi Telecom Italia, ha una sorta di record per superfici di pannelli solari.
"Siamo riusciti a realizzare un impianto fotovoltaico da 800 watts che pesa niente. Abbiamo a bordo solo lampadine a led e non mi devo portare dietro quasi per niente gasolio per ricaricare le batterie: siamo in grado di percorrere due, tre mila miglia senza usare nulla che inquini". Anche i francesi la hanno copiata. "Sono anni che cerco di capire come poter realizzare pannelli leggerissimi, che non diano fastidio. Con l'università di Salerno e i ricercatori del Cnr di Parma in sei mesi abbiamo anche ottimizzato il problema delle ombre, che frenano la ricarica. Funzionano alla grande e li ha voluti installare a bordo praticamente la metà dei concorrenti dell'ultima Vendée Globe, il giro del mondo da soli senza scalo". Domenica riparti verso un altro luogo leggendario del mare libero, l'isola di Horta, il porto Pym delle Azzorre, quello delle donne, delle balene, dei dipinti sul molo di navigatori-mito come Moitessier. "Sì, ma c'ero già stato altre volte. A 17 anni invece di stare al liceo a Milano stavo in barca a fare un trasferimento dai Caraibi. Quando dal porto videro una barca a vela in arrivo ci fecero tutti una gran festa. In casa però non erano molto contenti". Poi ad agosto toccherà al Fastnet. "Sì, partecipo per la prima volta. Ma il famoso scoglio del Fastnet me lo sono girato anche io, nel 2000, sul trimarano di ritorno da Québec. A bordo avrò di nuovo tutti uomini". I trimarani sono tornati in auge, correranno in questa strana Coppa America a due. Le è arrivata qualche telefonata? "Finora no, ma del resto ci sono solo due team, Cammas è con Bmw Oracle, Alinghi si è preso Gautier e il suo trimarano per gli allenamenti. Secondo me sarà sicuramente divertente, con barche che viaggiano e che fanno dei numeri da pazzi". La prossima prua? "L'unica cosa che mi manca è il Pacifico all'Equatore, insomma Tahiti e giù di lì. Forse mi sono perso il meglio".
4 luglio 2009

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